Tra le innumerevoli domande che ci vengono proposte durante l’esecuzioni delle epiluminescenze, una ha destato particolare interesse: “Dottoressa, ma se copro il mio neo con un tatuaggio, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare un melanoma?”

I tatuaggi, si sa, oggi decorano la pelle di persone di qualsiasi età, cultura ed estrazione sociale, per questo abbiamo ritenuto utile rispondere a questa domanda. fermo restando che l’uso di attrezzi sterili e di pigmenti opportuni sia di fondamentale importanza per scongiurare il rischio di contrarre malattie durante l’esecuzione del lavoro, per ciò che concerne il rapporto tatuaggio/nei va detto che non andrebbero mai eseguiti tatuaggi su lesioni pigmentose di alcun tipo.

Qualora questo avvenisse, sarebbe assolutamente da evitare la sua rimozione attraverso laser terapia. Questo perché il laser non rimuove semplicemente i pigmenti del tatuaggio, ma anche quelli delle cellule del melanoma, elementi fondamentali nel percorso di diagnosi del tumore. Per questo nel caso in cui di decidesse di rimuovere il tatuaggio, bisognerebbe far analizzare i nei sottostanti prima di procedere con il trattamento laser. Nel caso in cui risultassero sospetti, bisognerebbe procedere alla loro rimozione.

Se invece in nessun caso si vuole rinunciare al tatuaggio, il consiglio è quello di intensificare le visite dermatologiche annuali, portandole da uno a due. E questo non perché la pratica dei tatuaggi aumenti la possibilità di sviluppare il melanoma, quanto piuttosto perché i pigmenti dei tatuaggi aumenta la possibilità di sviluppare il melanoma, quanto piuttosto perché i pigmenti del tatuaggio rendono più difficoltoso il monitoraggio dei cambiamenti morfologici del neo, che possono trasformarlo in forma tumorale.

Resta chiaro che l’epidermide, essendo un organo abbondantemente esteso, non sarà impossibile trovare un angolo per il nostro tatoo!

Dott.ssa Mariagrazia Ceccarelli