Malattia di Alzheimer, sane regole di vita per la prevenzione

La malattia o demenza di Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule cerebrali, provocando un declino delle funzioni cognitive e un deterioramento della personalità e della vita di relazione.

È la più comune causa di demenza rappresentando il 50-60% di tutti i casi. Secondo gli ultimi dati, l’Alzheimer colpisce una persona su 20 dopo i 65 anni di età e soprattutto le donne. Sebbene la ricerca abbia compiuto diversi passi avanti, è una patologia in crescente diffusione, per la quale non esiste una terapia efficace. Il modo migliore di combattere l’Alzheimer rimane, ad oggi, la prevenzione.

Un team internazionale di ricercatori ha recentemente elaborato delle semplici linee guida che possono essere una possibile arma per prevenire questa invalidante malattia. Queste puntano in particolare sull’alimentazione e l’attività fisica, visto che anche in precedenza diversi studi avevano evidenziato come un cattivo stile di vita ed alcuni fattori dietetici potevano aumentare il rischio di sviluppare la malattia.

Abitudini alimentari: determinati cibi possono trasformarsi in alleati o nemici dei nostri neuroni. Pesce, frutta secca e anche carne di pollo sono alimenti che contengono acidi grassi polinsaturi omega-3, e che hanno la capacità di ridurre i tassi sanguigni della proteina beta-amiloide che è associata ai problemi di memoria e alla malattia di Alzheimer.

L’olio extravergine di oliva, famoso prodotto tipico dell’area e della dieta mediterranea, sembrerebbe essere una vera e propria arma anti invecchiamento, utile nel trattamento preventivo dei danni neurologici legati all’età e al morbo di Alzheimer. Tutto merito dell’oleuropeina aglicone, il principale fenolo presente in esso.

Attenzione invece all’eccessivo consumo di zuccheri, burro e carne grassa, per il contenuto di grassi saturi e grassi trans, che ritroviamo in grandi quantità anche nei dolci industriali e nei cibi fritti mentre, come già è stato detto, è consigliabile incrementare il consumo di pesce, verdure, legumi, frutta e cereali integrali; e poi noci e frutta secca per aumentare le dosi di vitamina E.

Attenzione anche ai prodotti lattiero-caseari e alla carne cotta a fuoco vivo. Un loro eccessivo consumo può infatti far aumentare il rischio di demenza per l’accumulo di sostanze tossiche (gli AGEs). Queste sostanze si ritiene possano far aumentare l’accumulo nel cervello di proteina beta amiloide, il noto marcatore per la malattia di Alzheimer e la demenza. Attività fisica: la ginnastica contrasta la rigidità muscolare ma anche quella di pensiero.

Quindi camminare quotidianamente, l’ideale a passo svelto per almeno 40 minuti, tre volte alla settimana; andare a ballare o giocare a bocce (importante anche per socializzare), e poi dormire almeno sette ore ogni notte. Stop al fumo : il consumo di sigarette si associata ad un elevato rischio di insorgenza della malattia. Secondo i dati di uno studio che ha analizzato più di 20 mila persone, i fumatori più accaniti (due pacchetti di sigarette al giorno) avevano possibilità di sviluppare la malattia aumentata del 157 per cento rispetto a chi non fumava.

Malattie metaboliche: diabete, ipertensione, obesità e anche la depressione sono importanti fattori di rischio di demenza senile. Si è visto che curare queste patologie riduce il rischio il decadimento cognitivo. Socializzazione: trascorrere il proprio tempo con altre persone è molto importante, l’isolamento e la solitudine aumentano il rischio di sviluppare demenza. Organizzare quindi uscite con gli amici, seguire corsi, ottimi anche i giochi da tavolo.

L’attività mentale è centrale e mantenersi in allenamento permette di migliorare le prestazioni cognitive. Quindi leggere, fare le parole crociate, imparare lingue straniere, o poesie, ecc È bene tenere in considerazione che la malattia di Alzheimer non è una parte naturale dell’invecchiamento e pertanto adottare un corretto stile di vita quanto più precocemente possibile, in particolare una dieta sana e un regolare esercizio fisico, permette di mantenere attivo il cervello e, secondo i ricercatori, potrebbe contribuire a ridurre il rischio d’insorgenza di questa malattia così invalidante.

Fonte: Dott.ssa Gabriella Ceccarelli, Specialista in dietologia, Ospedale Sandro Pertini, Roma, Medico Responsabile Ambulatorio Dietologia, Dipartimento medico e delle specialità mediche

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